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Il problema delle buche stradali nelle nostre città: la soluzione arriva dal vincitore dell’edizione italiana del James Dyson Award 2021
Annunciato il podio italiano del concorso internazionale giunto alla diciassettesima edizione. Sicurezza nelle strade, microplastiche presenti nei vestiti e riciclo delle biomasse: l’ingegno dei giovani italiani al servizio delle comunità e dell’ambiente.
August 25 2021
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Si chiude la fase nazionale del James Dyson Award, il concorso internazionale di progettazione e design – quest’anno giunto alla sua diciassettesima edizione – che premia le idee che propongono soluzioni innovative a problemi reali.
Sul gradino più alto del podio, quest’anno, il delicato tema della sicurezza stradale e delle buche presenti nell’asfalto delle nostre città; la soluzione? Si chiama Roadfix: uno speciale strumento per l’asfaltatura delle strade che permette non solo permette di effettuare delle riparazioni più̀ precise e sicure ma offre un nuovo servizio, permettendo alle aziende locali di pubblicizzare il proprio marchio attraverso le riparazioni stradali imprimendo sull’asfalto il proprio logo. Il risultato è un sistema di intervento agile ed efficace, in grado di portare valore sia per la comunità che per il privato.
In primo piano, tra i numerosi progetti in gara, tematiche di interesse generale e reali: dalla sostenibilità all’inquinamento, dalla salute allo spreco di acqua e cibo, con uno sguardo che comprende la società nella sua interezza. Se la problematica su cui si concentra il progetto vincitore è quella legata al problema della sicurezza stradale, gli altri due progetti finalisti mettono al centro la sostenibilità con – da una parte – i rischi connessi alle microplastiche e, dall’altra, la cruciale tematica del riciclo delle biomasse.
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L'invenzione
Il problema: il Global Risks Report 2020, pubblicato dal World Economic Forum in collaborazione con Marsh & McLennan Companies, che offre una prospettiva sulle principali minacce che potrebbero avere un impatto sulla prosperità globale nel corso dell’anno e del decennio, ha evidenziato che gli incidenti dovuti alla scarsa manutenzione delle strade rappresentano una considerevole voce di costo per i Comuni e sono tra le maggiori cause di incidenti specialmente nella micromobilità.
La soluzione: L’invenzione dei designer vincitori della diciassettesima edizione nasce dall’obiettivo di migliorare la sicurezza nelle strade, semplificare il lavoro degli operatori e aprire nuove frontiere di marketing. L’ispirazione viene dall’arte giapponese del Kintsugi, ovvero riparare gli oggetti rotti con l’oro per valorizzare le crepe e dargli una nuova vita. Il concetto è valorizzare i difetti stradali e renderli delle risorse per le città. Ad oggi le buche vengono riparate utilizzando del bitume a freddo o a caldo servendosi di un badile per riempire e spianare. Roadfix non solo permette di effettuare delle riparazioni maggiormente precise e sicure ma, in parallelo, offre anche un’opportunità alle aziende, consentendo di pubblicizzare il proprio marchio attraverso le riparazioni stradali imprimendo sul cemento il proprio logo, portando valore sia alla comunità che al privato.
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Gli inventori di Roadfix
Luca Grosso, nato a Castel San Giovanni (PC) nel 1995, si Laurea in Integrated Product Design nel 2020 presso il Politecnico di Milano con 110 e lode. Attualmente lavora per il Polifactory come Research and Product Designer.
Silvana Migliozzi, nata a Milano nel 1994, ha studiato Product Design all’Accademia di Brera e al NCAD a Dublino, laureanda in Integrated Product Design presso il Politecnico di Milano. Ha lavorato come product e graphic designer e attualmente lavora come design researcher con PoliDesign.
Alessio Puleo, nato a Desio (MB) nel 1994, si Laurea in Integrated Product Design nel 2020 presso il Politecnico di Milano con 110 e lode. Ha lavorato presso lo studio Cortesi Design come Junior Designer e attualmente lavora per la Tecno Spa nell’ufficio R&D come Industrial Designer.
Luca, Alessio e Silvana formano dal 2019 un gruppo di lavoro che vanta alcune riconoscenze come: 1° premio Milano Digital Week (2021); 1° premio Milano Digital Week (2020); Menzione d’onore nel Contest di Rilegno (2020); 1° premio Targa Rodolfo Bonetto (2019).
Anche nel 2021, il concorso ha risentito delle conseguenze della pandemia globale in corso, che ha visto i futuri ingegneri e designer dei principali atenei italiani - in alcuni frangenti – continuare a lavorare a distanza, creando prototipi durante le varie fasi delle restrizioni: una sfida che, nuovamente, ha messo alla prova l’inventiva degli studenti condizionandone le invenzioni.
Gli altri finalisti
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Ocean - Washing System
Un sistema di lavaggio accessibile a tutti che filtra le microplastiche dai vestiti: Ocean – Washing System
Ocean – Washing System è il risultato di un appassionato lavoro di ricerca da parte della giovane inventrice, che ripercorre così le tappe del progetto: “Negli ultimi anni ho letto molti articoli sul problema delle microplastiche nei mari. Molte persone hanno cercato di risolvere questo problema rimuovendo la plastica e le microplastiche nei mari attraverso dispositivi specifici. Leggendo questi articoli, ho inizialmente pensato che il problema fosse risolto, ma poi ho capito che le pratiche attuali non erano in grado di eliminarlo completamente. Qualcosa si poteva fare. Ho fatto qualche ricerca per vedere da dove venivano queste microplastiche, e guardando alcune statistiche, ho notato che il 35% di queste proveniva dagli scarichi della lavatrice. La mia idea è nata come conseguenza naturale. Durante la progettazione del mio prodotto, come seconda epifania, ho capito che il mio sistema di lavaggio non doveva essere solo ecosostenibile, ma anche ergonomico, per aiutare gli utenti con problemi fisici nelle faccende domestiche”.
Il sistema di lavaggio Ocean si concentra su due questioni specifiche: la sostenibilità ambientale e l'ergonomia. Da una parte un dispositivo in grado di trattenere tutte le microplastiche dal lavaggio dei vestiti, dall’altra la facilità di utilizzo da parte dell’utente, con una struttura che si estende in altezza per semplificare l'esperienza anche a persone con problemi fisici.
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ProFONDO - Coffee Pellet Machine
La macchina da caffè che ricicla le biomasse e dà nuova vita ai rifiuti: ProFONDO – Coffee Pellet Machine
“Questo progetto – racconta Davide - nasce da una forte passione per le energie rinnovabili e per il crescente interesse per le proprietà dei fondi di caffè che stimolano il riciclo di una biomassa che fino a poco tempo fa veniva considerata alla stregua di un rifiuto; una sostanza in realtà ricca di proprietà che si presta a vari utilizzi. Negli ultimi anni si è infatti scoperto che oltre che come fertilizzante il caffè può essere utilizzato anche come combustibile e, sulla base di numerose pubblicazioni scientifiche, sono nate negli ultimi anni diverse realtà che mirano alla promozione di questo nuovo utilizzo del materiale”.
ProFONDO è stato progettato per permettere a bar di piccoli e grandi dimensioni di riciclare i fondi di caffè per trasformarli in pellet combustibile che può essere utilizzato in stufe pirolitiche per riscaldare autonomamente uno o più ambienti dello stesso locale.
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